[…] sillaba il ruvido silenzio.
Non ci chiedere più forma della vita,
così come in ombre la accettiamo,
come non volemmo evitarla. […]
– Eugenio Montejo
Non c’è posto in cui io mi senta a casa. Non vi è corpo, né spazio in cui mi senta al sicuro. Vorrei essere altrove, un altrove che non so dove si trovi. Non qui. Non adesso. Non me. Vorrei spegnermi, consumarmi come una candela dimenticata sul davanzale di una casa vuota. In attesa di essere vissuta. Vorrei vedere danzare fragorosa, almeno per una volta, la mia fiamma sulla parete nuda e sciogliermi tra i crepitii della mia fiammella stanca. Scintille vorrei si muovessero dal mio corpo intorpidito. Silenzio vorrei calasse sul mio stoppino consumato. Ma vorrei bruciare per una volta copiosa e intera, e in quella breccia di invidiata vita esaurirmi (\esaudirmi).