Qualcuno ammonisce il silenzio che riservo al continuo cinguettare del mio smartphone. Brillano come meteore i messaggi sullo schermo indolenzito, a cui non ho voglia di prestare attenzione.
Ho i miei affari di cui occuparmi. Delle mie mani legate. Del mio respiro dimezzato. Della mia attesa. Della mia malattia.
Non sapevo che il buio
non è nero
che il giorno
non è bianco
che la luce
acceca
e il fermarsi è correre
ancora
di più.dalla raccolta Ancestrale, Goliarda Sapienza