La tua presenza è più importante di tutti i deliri.
Conosco dell’uomo la sua radice velenosa,
della rosa la sua spina, dell’illusione il tedio, dell’aroma la puzza
Il mare, Omero: tutto è mosso d’amore,
cantava Osip Mandel’štam nella sua gattabuia degli orrori.
Il sole timido si appoggia sui grattacieli.
E’ inverno, come sai, prelude un tramonto di lamiera grigia.
Girasoli, betulle e una triste balalaica;
s’inginocchia un fronte freddo, si bilancia un illusione.
Dove sei poesia? Dove, libertà?
Fino a quando un iracondo possa imbavagliare un verso
io non capirò il senso dello scrivere.
– Presenza, di José Mármol
