Il vicino non ha ancora potato la siepe di alloro, un groviglio di intrecci, un dedalo di voci inascoltate che svetta nel cielo. La luce riesce comunque a spaccare ogni cosa a metà. Alla mia sinistra il quadrato verde bottiglia della siepe cerca di frenare invano le prepotenze del sole che spinge sulla sua schiena erbosa. Alla mia destra i denti stretti e arrugginiti di una ringhiera di ferro.
Taglio la scena. Lo sguardo non più timido insegue la linea d’orizzonte, sino a conquistare la metà opposta di un verde paglierino, ecco che alla destra del padre la luce si erge, esplode e delicata si inscrive su spilli di foglie dorate.