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Non voglio essere l’ultima a mangiarti

Non voglio essere l’ultimo a mangiarti.
Se allora non ho osato, adesso é tardi.
Non soffia più l’antica fiamma e berti
non placherebbe sete che non arde […] 

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Se è così facile

Se è così facile perdersi.
Se è così facile mancarsi.
Perché non è così facile (ri)trovarsi?

foto: You Push me, Pixy Liao

Voglio che tu sappia una cosa

Quando leggi le lettere che amori consumarono nelle notti che li separarono. Quando leggi quei tormenti. Quando leggi di come appassionato e tormentato fosse. Quando ti sei chiesta perché lei non accettò, perché lei rinviò, perché rifiutò. Quando ti sei chiesta perché questa difficoltà a lasciarsi andare, a lasciare entrare. Quando ti sei chiesta se mai a te sarebbe capitato. Quando ti sei chiesta se qualcuno ti avrebbe guardata con tanta avvilita passione. Ricorda che sarai stata anche tu pagina di letteratura nella carne, nelle ossa nel sangue. Ricorda anche se nessuno leggerà di te. Ricorda che sei la lettera che stanotte scriverò, sei l’amore non corrisposto e l’avvilente emorragia di parole che nessuno leggerà, che tutti leggeranno, che tu mai saprai. Ma tu ricorda, anche se non saprai, che qualcuno avrebbe potuto amarti con disperante abbandono.
Quando penserai che nessuna. Quando penserai che mai. Quando penserai. Quando mi penserai e non saprai che è stata la mia mano a muoversi sul tuo corpo addormentato, a registrare i tuoi respiri pesanti, le tue parole farfugliate nel sonno, a tracciarti il corpo e a seguire le costellazioni dei tuoi nei e a sorridere del tuo sonno e di tutti i tuoi folli avvilimenti.

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Bianca. Il mio primo bacio

Il primo bacio lo diedi a una bambina
Appoggiata al lavello bianco del bagno

Bianco come il riflesso del sole su mattonelle a quadrati e fughe
Bianco come il sapone che strofinava veloce sulla sua bocca

– Chissà perché bambina strofini con forza la tua bocca di ciliegie appena mature –
– Quale sospirato peccato nascondi?

Bianca
Come le bolle
Come la schiuma nella sua bocca di ciliegie appena mature
Come il suo nome

Un bacio bianco

Come
il sapone
i quadrati di mattonelle
il sole riflesso nel mio sguardo appena nato

Bianco come il bacio
che due bambine sanno scambiarsi

Telleena, 2022

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immagine in copertina: Piero Manzoni Achrome, 1958 – caolino e tela grinzata. Collezione Intesa Sanpaolo

Non verremo alla meta ad uno ad uno, ma a due a due

Non verremo alla meta ad uno ad uno,
ma a due a due. Se ci conosceremo
a due a due, noi ci conosceremo
tutti, noi ci ameremo tutti e i figli
un giorno rideranno
della leggenda nera dove un uomo
lacrima in solitudine.

– Paul Eluard

Chinati, ti devo sussurrare all’orecchio qualcosa

Chinati, ti devo sussurrare all’orecchio qualcosa:
per tutto io sono grato, per un osso
di pollo come per lo stridio delle forbici che già un vuoto
ritagliano per me, perché quel vuoto è Tuo. Continua a leggere Chinati, ti devo sussurrare all’orecchio qualcosa

Presenza

La tua presenza è più importante di tutti i deliri.
Conosco dell’uomo la sua radice velenosa,
della rosa la sua spina, dell’illusione il tedio, dell’aroma la puzza Continua a leggere Presenza

Ami (?)

I giacinti respirano piano
le loro ultime parole
scivolano
sul pavimento freddo
e si spengono

Sorridendo mi congedo
la finestra di fronte si incastra
tra le dita ossute dell’albero
Spoglio
Assonnato
Silenzioso
Gli appendo a un amo un pensiero
e poi uno ancora
e un altro Continua a leggere Ami (?)

Per di più ti amo, e fa tempo e freddo [le ragioni della collera]

Le ragioni della collera le trovi sparse sulla scrivania. Non ho avuto tempo per sistemarle. Ma, sinceramente, non saprei da dove cominciare. Avrei dovuto disfarmene da tempo. Ci sono macchie di caffè ovunque, alcune parole non riesco più a leggerle. Le ragioni della collera sono ancora qui, un manuale che non ho mai finito di scrivere. Come i dieci comandamenti di Kieslowski, ricordi quando ne parlavamo tra un bicchiere di vino e uno sguardo profondo scambiato nel tuo divano. La mia testa sulle tue gambe, la tua mano sul mio viso. Amore mio, dicevi. Amore mio dicevo. Nei tuoi occhi neri e smarriti mi smarrivo, non accorgendomi della pioggia. Nera.

Ti amo per le ciglia, per i capelli, ti dibatto nei corridoi
bianchissimi dove si giocano le fonti delle luci,
ti discuto a ogni nome, ti svello con delicatezza di cicatrice,
ti vado mettendo sulla testa ceneri di lampo e nastri
che nella pioggia dormivano.
Non voglio che tu abbia una forma, che tu sia
precisamente ciò che viene dietro la tua mano, Continua a leggere Per di più ti amo, e fa tempo e freddo [le ragioni della collera]

Non sapevo che la voce espandendosi potesse contrarsi in piccole boccate di vuoti

Ti scrivo in poesia, Tempero la matita, la punta si spezza, e mi pare una metofora ancora più adatta delle parole al sentire. Ti sento. Già questo è troppo. Il mio caffè con Rilke, la finestra aperta, il cane che abbaia, io che ti sento e tremo.

Cerchi che si tendono sempre più
ampi sopra le cose è la mia vita.
Forse non chiuderò l’ultimo,
ma voglio tentare.

Giro attorno a Dio, all’antica torre,
giro da millenni;
e ancora non so se sono un falco, una tempesta
o un grande canto.
– da Il libro d’ore, Giulio Einaudi Editore, Torino Continua a leggere Non sapevo che la voce espandendosi potesse contrarsi in piccole boccate di vuoti