Io sono il vento
sono la furia che passa
e che porta con sé
e nella notte ti chiama
e che pace non ha
– Io sono il vento, Arturo Testa, Sanremo ’59
Sono tornata nella mia isola delle correnti. È stato doloroso.
Lo scarabeo è stato inghiottito dall’acqua.
Ma poi è risorto dalla spuma e mi ha interrogato.
Ha interrogato i miei silenzi e mi ha chiesto dove andassi.
Si è accucciato nella mia orma e mi ha osservato.
– Tra le smagliture della battigia –
Una fragile casa minacciata dall’incessante marea.
Non hai paura? – gli ho chiesto –
Le sue antenne mi hanno sfiorato.
Ti canto la mia ninnananna nero maggiolino
e saprai più cose di me, di quanto io sappia.
Ti canterò la mia infanzia e la decadenza del mio corpo.
L’onda avanza e minaccia il tuo giaciglio.
La bolla sull’acqua è una navicella spaziale
Entra dentro e respira del respiro dell’acqua
come una bolla di sapone vola via.
Hai i miei segreti incisi sulla tua corazza tozza. Non dimenticare.
Io sono l’aria che talvolta sospira, e la furia che improvvisa s’adira.