Prendo una pagina, la accartoccio, la getto in un angolo e poi la riprendo. La dispiego, me ne nutro. Mi addormento. Su quale strumento siamo tesi (?)
Come potrei trattenerla in me,
la mia anima, che la tua non sfiori;
come levarla oltre te, all’infinito?
Potessi nasconderla in un angolo
sperduto nelle tenebre;un estraneo rifugio silenzioso
che non seguiti a vibrare
se vibra il tuo profondo.
Ma tutto quello che ci tocca, te
e me insieme
ci tende come un arco
che da due corde un suono solo rende
Su quale strumento siamo tesi,
e quale grande musicista ci tiene nella mano?
O dolce canto.Rainer Maria Rilke
Il disincanto di una pagina che contrassegna le grinze del difforme.
Eh già, un commento all’altezza di quelle parole